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Sine by Di Pinto

Ristorante arredato con gusto e creatività: elegante bancone del bar all’ingresso, lampadari sul tavolo, luci al neon, divani in pelle rossa e quadri dipinti dallo stesso chef, caratterizzano un locale ricercato ma non troppo formale, dall’attitudine “industrial chic”.

La cucina spinge molto l’acceleratore (in alcuni casi troppo) sulla sperimentazione di accostamenti e sulla dimostrazione delle capacità tecniche dello chef, a volte dimenticando che la cucina delle sue origini (quella napoletana) ha già tanto da raccontare senza eccessive rivisitazioni.

Menu

Materie prime di ottime qualità e tanta tecnica che però spesso sfociano in piatti eccessivamente ricercati e dal gusto discutibile. Lo chef napoletano, con le sue indubbie capacità, potrebbe sicuramente valorizzare senza eccessi la cucina delle sue origini, rimanendo nei ricordi indelebili dei commensali.

Ottima l‘impasto della pizza fritta, ben lievitata e non unta, ma non apprezzata la scelta di accostarla alla palamita…la “morte” della pizza fritta rimane il condimento con mozzarella e pomodoro.

Ottimo anche il diaframma al barbecue. Da rivedere invece la proposta del babà servito come bottoni, troppo lontano dall’antico dolce napoletano e in porzione più da pre dessert.

Servizio

Attento e cortese, con margini di miglioramento per il posizionamento  che si prefigge di avere.

Conto

Il conto ha l’ambizione di un ristorante stellato, ma la cucina è ancora alla ricerca di un’identità.

 

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La voce dello chef

Materie prime di ottime qualità e tanta tecnica che però spesso sfociano in piatti eccessivamente ricercati e dal gusto discutibile. Lo chef napoletano, con le sue indubbie capacità, potrebbe sicuramente valorizzare senza eccessi la cucina delle sue origini, rimanendo nei ricordi indelebili dei commensali.

Ottima l‘impasto della pizza fritta, ben lievitata e non unta, ma non apprezzata la scelta di accostarla alla palamita…la “morte” della pizza fritta rimane il condimento con mozzarella e pomodoro.

Ottimo anche il diaframma al barbecue. Da rivedere invece la proposta del babà servito come bottoni, troppo lontano dall’antico dolce napoletano e in porzione più da pre dessert.

La voce dello chef

Materie prime di ottime qualità e tanta tecnica che però spesso sfociano in piatti eccessivamente ricercati e dal gusto discutibile. Lo chef napoletano, con le sue indubbie capacità, potrebbe sicuramente valorizzare senza eccessi la cucina delle sue origini, rimanendo nei ricordi indelebili dei commensali.

Ottima l‘impasto della pizza fritta, ben lievitata e non unta, ma non apprezzata la scelta di accostarla alla palamita…la “morte” della pizza fritta rimane il condimento con mozzarella e pomodoro.

Ottimo anche il diaframma al barbecue. Da rivedere invece la proposta del babà servito come bottoni, troppo lontano dall’antico dolce napoletano e in porzione più da pre dessert.

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